E’ con grande soddisfazione che posso dire “CE L'’ABBIAMO FATTA!
Mi riferisco al compimento di una missione che sembrava troppo ambiziosa per un’'associazione relativamente “giovane” e di recente fondazione come ALMA FINALIS: restaurare le cinquantotto lapidi del cimitero ebraico di Finale Emilia.
Domenica 18 ottobre ho varcato il cancello del cimitero con l’'emozione di chi ritorna in un luogo amato, dopo una lunga assenza; intorno a me vi era circa un centinaio di persone, che nonostante il fango e la pioggia incombente - hanno voluto festeggiare insieme a noi il raggiungimento di questo importante traguardo. Erano presenti le principali autorità: la presidente della comunità ebraica di Modena, Tiziana Ferrari, che ha tagliato il nastro all’entrata, e il sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli, accompagnato dalla sua bella famiglia e dall’'assessore Angelo D’'Aiello. Il dottor Andrea Landi, presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena, il cui contributo è stato fondamentale per la riuscita del progetto, ha inviato i suoi saluti scusandosi per l’'impossibilità di presenziare alla manifestazione.
Tiziana Ferrari ha espresso la sua felicità nel vedere quasi terminata l’'opera di restauro, e ha assicurato la collaborazione alla manutenzione dell’'Horto degli Hebrei da parte della comunità ebraica di Modena, che ne è proprietaria. Il successivo discorso del sindaco Fernando Ferioli ha davvero emozionato chi, come me, ha a cuore le sorti del cimitero, poiché egli ha garantito un aiuto da parte dell’'Amministrazione Comunale attualmente in carica e anche il suo sostegno personale nel prossimo futuro, quale semplice cittadino.
La parola è poi passata ai due restauratori Elisabetta Belluti e Raffaele Diegoli. E'’ grazie al loro diligente lavoro, eseguito nel corso di una delle estati più torride di cui si abbia memoria, che le lapidi hanno visto una nuova luce. La cura con cui hanno effettuato il restauro trapela dalle loro parole: non si è trattato di un mero incarico di lavoro, ma hanno davvero preso a cuore la loro missione, si sono appassionati alle epigrafi che narrano la vita e la morte dei defunti, le hanno ripulite e restaurate le lapidi come si fa con un oggetto molto caro e prezioso. La mattinata è proseguita con una visita guidata da Maria Pia Balboni, che ha illustrato le lapidi più importanti. L'’evento si è poi concluso con un aperitivo all'’”Osteria La Fefa”, offerto da ALMA FINALIS alle autorità, ai collaboratori e ai principali sostenitori del progetto di restauro.
Ma come sono nate l’'idea e l’'esigenza di questo restauro?
Sin dalla fine del 2011 Elisabetta Belluti e Raffaele Diegoli, come volontari, avevano iniziato un monitoraggio delle lapidi, dal quale era emersa l’'assoluta necessità di restaurarle poiché gli agenti atmosferici, il clima umido della nostra Bassa e i muschi e i licheni che le ricoprivano ne stavano danneggiando inesorabilmente le superfici. Bisognava agire al più presto per salvare le cinquantotto lapidi (le uniche rimaste a segnalare qualche sepoltura degli oltre mille ebrei interrati nel cimitero durante quasi quattro secoli), ma - come sempre in questi casi - il problema principale era la mancanza di fondi. Le potenti scosse di terremoto del 20 e 29 maggio 2012 avevano poi dato il cosiddetto colpo di grazia al cimitero: alcuni alberi erano caduti a terra, una lapide si era frantumata e tutte le altre, inclinate o in equilibrio precario - sebbene fossero state subito messe in sicurezza grazie a una donazione del dottor Alessandro Osima - richiedevano un successivo intervento di consolidamento.
E’' nata dunque l’'esigenza di trovare una soluzione per salvare il cimitero.
Nel febbraio del 2014, quando Maria Pia Balboni mi ha chiesto se accettavo di costituire, insieme a lei e ad altri amici, un'’associazione la cui mission prioritaria era proprio la salvaguardia del cimitero ebraico, non ho esitato e - in quanto già da due anni guida volontaria - ho abbracciato in pieno la causa.
La strada non è stata facile. Il progetto di restauro era già stato approntato, ma mancava il nullaosta della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Bologna, incaricata di controllarlo. Per quanto poi concerneva i fondi, le donazioni di alcuni privati e i proventi derivanti dal tesseramento non erano assolutamente sufficienti…. Fortunatamente, verso la fine del 2014, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena aveva pubblicato un bando per l'’erogazione di contributi alle associazioni di promozione sociale: abbiamo colto la palla al balzo e inviato la nostra richiesta, che è stata accolta! Nel frattempo, la Soprintendenza di Bologna aveva concesso il nullaosta per i lavori di restauro, che sono stati avviati nell’'aprile di quest'’anno.
Quando il restauro era in fase di ultimazione, un nuovo cataclisma ha compromesso la sicurezza dell’'horto degli hebrei: a causa del nubifragio che il 5 settembre scorso ha devastato la nostra zona, alcuni alberi si erano spezzati e molti altri si erano inclinati in modo tale da prevederne l’ormai prossima caduta. Ciò ha determinato la chiusura del cimitero e rimandato la presentazione dei restauri, inoltre – con il fondo cassa già svuotato dal pagamento del restauro – ALMA FINALIS ha dovuto sobbarcarsi le spese dell'’abbattimento e della rimozione degli alberi pericolosi (la comunità ebraica di Modena ci ha erogato un contributo, che però le ricopre solo parzialmente). Nella vita tuttavia, quando si è determinati a ottenere un risultato, occorre rischiare, pertanto non abbiamo esitato a contrarre un debito che (lo speriamo) forse l’'Amministrazione Comunale, o qualche donatore, ci aiuterà a saldare. Dopo il taglio e la rimozione delle trenta robinie che minacciavano l’'integrità dei visitatori e delle lapidi, è stato possibile riaprire il cimitero il 18 ottobre scorso, e – sebbene esso abbia perso il fascino un po’' selvaggio che aveva prima - credo che i visitatori rimarranno a bocca aperta nel vedere come si presenta oggi: l’'horto degli hebrei ha le sembianze di un giardino curato, le lapidi ritornate candide risplendono nella loro nuova veste e le epigrafi, finalmente visibili, ci raccontano le storie di chi giace sottoterra.
I lavori di restauro hanno interessato tutte le lapidi. Ognuna presentava peculiari problematiche, ma il modus operandi di Elisabetta e Raffaele è stato il seguente. Dopo una prima rimozione a secco tramite spazzole di saggina, le lapidi sono state impregnate con diserbante biocida. Hanno proseguito con una pulitura tramite impacchi di compresse di polpa di cellulosa con carbonato di ammonio, acqua demineralizzata e biocida per l’asportazione di licheni, muffe e alghe batteriologiche, utilizzando spazzole morbide e risciacquo con acqua demineralizzata. In seguito hanno consolidato la superficie delle lapidi mediante iniezioni nelle crepe di silicato di etile, che provoca l’'esfoliazione della superficie dei marmi. Hanno poi stuccato e tonalizzato i marmi mediante polvere di marmo, grassello di calce, Primal Ac 33 e pigmenti in polvere, riattaccate mediante resina epossidica e perni di acciaio le parti che si erano staccate e, come finitura, hanno steso un protettivo (il benzalconio cloruro) contro le future aggressioni di muffe e licheni.
Il giorno della riapertura ho portato con me anche il mio bimbo di due anni e mezzo; è stato bello vederlo correre nell’'horto, accarezzare i marmi e guardarli con gli occhi curiosi dei bambini. Sicuramente non ricorderà nulla di questa giornata, ma sono felice, perché il compimento di questo restauro rallenta il processo di deterioramento delle lapidi e contribuisce a rendere fruibile il cimitero alle generazioni future.
L’'operato di ALMA FINALIS non termina qui: abbiamo altri progetti da realizzare, tra cui il restauro delle statue di San Giovanni Nepomuceno (sito di fronte al Palazzo Pretorio) e dell’'Immacolata Concezione, attualmente di fronte alla chiesa del Seminario. Chiediamo pertanto ai nostri soci di continuare a sostenerci come hanno fatto in questi due anni, e di collaborare – quando sia loro possibile - alle nostre prossime iniziative.
Anna Rita Molesini, vice presidente di ALMA FINALIS